DOG EAT DOG ha coronato mesi e mesi di duro lavoro in una serata di grandi successi e forti emozioni, questo è stato per noi Slam FC 11 “Mai Domo”, oltre a essere ancora una volta per tutti i presenti: atleti, allenatori, addetti ai lavori e pubblico, un immenso e perfetto spettacolo di Mixed Martial Arts che, di volta in volta, di anno in anno, è sempre di più l’unico e imprescindibile simbolo di questo sport nella città di Firenze.

Con due prestazioni superlative, due dei nostri più giovani e promettenti talenti hanno conquistato la loro terza vittoria professionistica che per la terza volta è stata ottenuta prima del limite, allungando la loro striscia di imbattibilità e conquistando la cintura di campione di Slam Fighting Championship a poco più di 20 anni. Filippo D’Amato ha letteralmente distrutto il suo avversario Antonello Dettori con una feroce azione di GnP facendo suo il titolo della Featherweight Division mentre Manuel Milito ha dato scacco matto a Nicola Tropi con una superlativa Triangle Choke e diventando il primo campione della Flyweight Division.

Purtroppo nonostante questi grandi successi non tutto è andato nel verso giusto, la nostra Samin Kamalbeik, campionessa in carica della Strawweight Division ha dovuto cedere il passo e la cintura alla più determinata Claudia Archir che è riuscita ad infliggerle un TKO grazie a una prolungata azione pugilistica. Samin Kamalbeik è apparsa per l’ennesima volta assente e non “cattiva” in termini sportivi, ciò è stato fondamentale per il risultato finale ma conoscendo le sue vere potenzialità sappiamo bene quanto questo sia stato solo un incidente di percorso. Ciò nonostante alla sua avversaria Claudia Archir vanno i nostri più sinceri complimenti.

Eris Dano debutta nel professionismo e lo fa con una vittoria eclatante nel primo round grazie a una standing guillottine su Davide De Simone che gli regala anche una totale standing ovation da parte di tutto il pubblico. “Hard work pays off” non ci sono migliori parole per descrivere mente, cuore e qualità di questo ragazzo che per chi non lo sapesse da semiprofessionista ha battuto Orlando D’Ambrosio, ad oggi considerato uno dei migliori welterweight d’Italia e che da poco ha fatto il suo debutto nella prestigiosissima Cage Warriors.

Simone Bartoli disputa un match quasi perfetto, forse sporcato da qualche errore ingenuo ed evitabilissimo che sicuramente è la causa di una sconfitta per Split Decision. Il match è equilibrato da entrambe le parti ed allo stesso tempo molto difficile da giudicare in modo equo. Bartoli è convinto della vittoria, il suo avversario Gianfranco Reiti, da parte sua, rimane stupito della vittoria. Da parte nostra pensiamo che il pareggio forse sarebbe stato il verdetto più giusto e la sconfitta di Bartoli sicuramente quello più ingiusto, ma questo fa parte del gioco. Ognuno ha il suo ruolo, a noi non spetta giudicare, spetta combattere e vincere senza lasciare la decisione in mano ai giudici. Rimane un pò di rammarico.

In Preliminary Card un superlativo Tommaso Vannoni chiude un unfinished business con il suo avversario Mattia Rossi dominandolo per tutti e tre i round e arrivando molto vicino alla vittoria per KO, il match è suo per Unanimous Decision. Non va altrettanto bene invece ad Andrei Untaru che paralizzato dall’emozione non riesce ad entrare nel match, non riesce a sviluppare il suo game plan e cade rapidamente vittima di un armbar magistralmente messo a segno dal suo avversario Andrea Polisciano. Le sconfitte servono per crescere, ogni caduta ci deve costringere a rialzarsi più forti di prima. Andrei Untaru ha capito che quando si vuole ottenere un risultato a tutti i costi in un contesto di alto livello, niente può essere lasciato al caso: che sia l’alimentazione, la preparazione atletica, la competenza tecnica, l’abitudine alla competizione. La sconfitta fa male ma alle volte è la miglior cura per migliorare ed avere nuovi stimoli per crescere.

Onore ai vincitori e agli sconfitti che hanno messo tutto quello che avevano per rendere questi momenti unici, grazie a tutti i tecnici che fanno parte dello staff DOG EAT DOG che hanno lavorato con intelligenza e passione per lunghissimo tempo creando atleti che possono essere senza ombra di dubbio definiti di nuova generazione, grazie a tutti i tifosi che con il loro calore ci hanno spinto ad ottenere vittorie meravigliose. Grazie. Oss.

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